DALLA PARODONTOLOGIA ALLA PROTESI
Pubblicato nel Giugno 1987
LA RIABILITAZINE ORALE COMPLETA
GUSTAVO PETTI
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria - Parodontologo di Cagliari, P.zza Repubblica 4,
tel 070 498159
web site www.gustavopetti.it

Ogni restauro, anche il più "bello", è condannato all'insuccesso se non è, appunto, un restauro, cioè se non è fatto in modo da incorporarsi perfettamente nell'originale, ossia nella bocca del paziente.
Questo concetto, espresso con la consueta efficacia dal professor Mario Martignoni in occasione del Congresso "Dentiberica 87" di Barcellona e ribadito nella sua relazione al XXX Congresso degli "Amici di Brugg" di Rimini, è alla base di ogni lavoro riabilitativo odontoprotesico.

LA RIABILITAZIONE OSSEA DEL GRUPPO FRONTALE

IL TRATTAMENTO PARODONTALE IN FUNZIONE PROTESICA

IL RIALLINEAMENTO DEL GRUPPO FRONTALE

LA RIABILITAZIONE COMPLETA DI UNA EMIARCATA

Del resto, è vero che tale opera di inserimento del manufatto nell'originale è tanto più fattibile quanto più sono armonizzate, nella bocca del paziente, le tre componenti fondamentali: gengiva, osso alveolare e dente. E per questo motivo che si dovrebbe guardare al restauro protesico con quella che l'autore del presente dossier definisce "mentalità parodontale". In ciascuno dei quattro casi clinici qui presentati, l'autore si è trovato ad affrontare situazioni complesse che gli hanno imposto un approccio multidisciplinare. Ed è precisamente in situazioni come queste che il punto di partenza dell'odontoiatra dovrebbe essere proprio quello parodontale, inviando eventualmente il paziente allo specialista per compiere i trattamenti necessari in funzione preprotesica. Nel primo caso presentato, il paziente è portatore di problemi conservativi, protesici, gnatologici e parodontali, con restauri irrazionali e una dimensione verticale alterata. Nel secondo caso sussistono invece numerosi problemi ortodontici e protesici; è presente un morso incrociato a livello incisivo laterale e un affolla- mento frontale nell'arcata superiore. Anche il terzo caso costituisce un esempio interessante di diagnosi "mista", perché unisce alterazioni di natura ortodontica, con aumento notevole dell'over-bite e dell'over-jet, a una gravissima situazione parodontale. Infine il quarto caso, prettamente parodontale, mostra una lesione di terzo grado passante della radice di un molare inferiore, complicata da un'intensa area di osteolisi periapicale, e lesioni di vario grado a livello dei premolari. L'esposizione dei quattro casi, nel presente dossier, è condotta su due binari, secondo l'impostazione preferita da Il Dentista Moderno. Tanto il testo che l'iconografia costituiscono livelli di lettura tendenzialmente indipendenti, in modo che il lettore possa, se crede, seguire le fasi del trattamento direttamente attraverso la sequenza fotografica.

 

Summary
Gustavo Petti

From periodontology to prosthetic restoration.
The complete oral rehabilitation
Key words: oral rehabilitation, periodontology, pre prosthetic dentistry.
In complete oral rehabilitation, the dentist must follow a periodontal approach in order to deal not only with any periodontal disease which may be present, but above all with the question of restorative treatment and prostheses, without damage to the periodontium. In the cases reported here, periodontology was the starting point for treatment which involved conservative and endodontic treatment or prostheses and gnathology. The author concluded (inter alia) that periodontology is "the conscience of the dental profession".

LA RIABILITAZIONE OSSEA DEL GRUPPO FRONTALE

GUSTAVO PETTI

OBIETTIVI
· Trattamento dei difetti ossei di un'emiarcata superiore destra
· Allungamento della corona clinica di 4.4 e di 4.5
· Sfruttamento in funzione protesica di 4.4. e di 4.5
· Verifica a distanza dell'efficacia del trattamento

Il dentista moderno nella sua pratica quotidiana dev'essere guidato da una sorta di mentalità parodontale, che gli consenta di mettere in atto metodiche conservative, protesiche, ortodontiche, in una parola di fare odontoiatria, nel rispetto del parodonto. In una riabilitazione orale completa, gli interventi terapeutici avranno raggiunto lo scopo per il quale sono praticati solo a condizione che l'operatore abbia cercato in primo luogo di ottenere il rispetto o il ripristino della salute del parodonto, l'armonia delle forme, la morfologia normale dei denti e dei loro tessuti di sostegno. Fare parodontologia, quindi, non significa solo affrontare e risolvere i problemi legati alla "malattia parodontale" in senso lato, ma significa soprattutto affrontare e risolvere le disarmonie, le discrepanze che possono esistere tra gengiva, osso e dente. E' dunque necessario che il bordo di chiusura dell'otturazione o del restauro protesico venga a trovarsi sempre coronalmente al solco gengivale (Petti, 1985). Solo cosi potremo mantenere il "sigillo", consentire al paziente di attuare una corretta igiene orale e porre le migliori condizioni per la durata del restauro. In questo senso, la parodontologia non può essere considerata una semplice branca dell'odontoiatria; la parodontologia è forse (estremizzando) l'odontoiatria stessa, e "la coscienza della nostra professione". Questi concetti sono visibili in pratica nel caso di riabilitazione orale completa qui presentato e nei tre casi che seguono. La figura 1 mostra una bocca con problemi conservativi, protesici, gnatologici e parodontali non indifferenti. Vi sono numerosi restauri irrazionali (per esempio l'1.1 pensile che esercita indubbiamente una leva sfavorevole sul 2.1), cavità cariose e restauri sotto gengiva, nonchè una dimensione verticale alterata.

Fig. 1 Caso iniziale
Fig. 2 Esecuzione dei pernomonconi in dura lay
Fig. 3 Cementazione dei pernomonconi fusi in oro e preparazione dei monconi di tutta l'arcata superiore
OBIETTIVO
Trattare i difetti ossei dell'emiarcata superiore sinistra

Dopo aver attuato i trattamenti endodontici e conservativi necessari, si procede al restauro con pernomonconi in oro degli elementi dentali più compromessi (figure 2-3). Poichè si dovrà intervenire parodontalmente su tutta l'arcata superiore per il trattamento dei difetti ossei presenti e per immobilizzare gli elementi dentali più compromessi dal punto di vista parodontale (in particolare il 2.1 che ha una mobilita di II grado), si realizza una protesi provvisoria con battuta in lega palladiata per mantenere la dimensione verticale.
Non si è ritenuto fosse necessaria, in questo caso, la realizzazione di una protesi in lega palladiata e faccetta in Isosit o meglio ancora in oro, perchè si prevedono tempi sufficientemente brevi per completare il caso. Si ripristina l'armonia delle forme nell'emiarcata superiore destra con una gengivoplastica (figura 4) che si estende anche mesialmente al 2.4 (figura 5), Si scolpisce quindi un lembo mucoperiosteo modificato, perchè privo di incisioni di scarico verticali, per il trattamento delle tasche parodontali e per avere un accesso ai corrispondenti difetti ossei dal 2.1 al 2.6 (figura 6). Dopo aver realizzato un accurato curettage e scaling si procede a una osteotomia - osteoplastica, in particolare nella zona ossea mesiale al 2.6, dove è presente un modesto cratere osseo interprossimale, creando con una lima un piano inclinato palatale (figura 7). La figura 8 evidenzia il ripristino della morfologia ossea corretta. Solo ristabilendo l'armonia delle forme dell'osso, la sua morfologia a festone, i canali di scarico sui setti interdentali, è possibile restituire la sua naturale funzione al parodonto. La dove il difetto osseo non è trattabile resettivamente, come nel caso del difetto osseo mesiale e palatale al 2.1, si ricorrerà alla ricostruzione con innesto osseo (figura 9). In questo caso è stato usato osso artificiale non riassorbibile: l'Interpore 200.
Si tratta di un'idrossiapatite microporosa, costituita da un'organizzazione continua di canalicoli che costituiscono un terreno ideale per favorire la crescita del tessuto osseo ospite al suo interno.
Essendo l'Interpore 200 non riassorbibile, è più esatto parlare di impianto (Petti, 1986).
I problemi più importanti da affrontare nell'arcata inferiore del paziente qui esaminato, consistevano nell'eliminazione delle tasche parodontali e dell'alterata morfologia ossea del gruppo frontale (che presentava anche una mobilità di I° grado), e nel risolvere i problemi conservativi a livello dei 4.5 e 4.4, in assenza di un'adeguata gengiva aderente.
Dopo avere immobilizzato temporaneamente il gruppo frontale con una legatura parodontale, si procede a un unico intervento su tutta l'arcata inferiore.

Fig. 4 Gengivoplastica eseguita sull'1.3 vengono poi eseguiti currettage e scaling sull'1.7
Fig. 5 Gengivoplastica mesiale al 2.4
Fig 7 Creazione di un piano inclinato in senso palatale per la correzione resettiva di un cratere mesiale al 2.6
Fig. 6 Lembo mucoperiosteo a bisello interno, sollevato il quale si evidenzia il tessuto di granulazione
Fig. 8 Osteotomia-osteoplastica eseguita ed evidenziazione di un difetto osseo complesso a più pareti mesiale e palatale al 2.1
Fig. 9 Impianto in Interpore 200 eseguito e modellato. Si chiude poi con una sutura a punti staccati
Fig. 10 Aspetto dei tessuti 30 giorni dopo l'intervento
Fig. 11 Carie che si estende sotto il margine gengivale del 4.5 e otturazione irrazionale sottogengiva del 4.4, entrambe in presenza di una zona non adeguata di gengiva aderente
OBIETTIVO 
Ottenere l'allungamento della corona clinica di 4.4 e 4.5

La figura 11 mostra una lesione cariosa del 4.5 che si estende sotto il margine gengivale e un restauro irrazionale in amalgama del 4.4, che si estende anch'esso sotto gengiva. In entrambi i casi dobbiamo ottenere un allungamento della corona clinica per esporre i margini duri sani dei denti in questione e ottenere così un corretto sigillo. Sul versante linguale non vi sono problemi e si può attuare una semplice gengivectomia (figura 12).
Dal lato vestibolare, la quantità di gengiva aderente, che è insufficiente, non consente l'attuazione di una gengivectomia. Bisogna ricorrere perciò a un lembo riposizionato apicalmente.
Si scolpisce un lembo mucoperiosteo che si estende a tutta l'arcata inferiore per avere accesso anche alle lesioni ossee del gruppo frontale. Si rimodella il tessuto osseo con strumenti ruotanti sotto spray lontano dalle radici e con strumenti a mano in prossimità di esse (Petti 1986) (figura 13).
Si incide verticalmente il lembo a spessore totale mesialmente al 4.4, (figura 14), per poter riposizionare apicalmente il lembo (figura 15).
Si porta a termine la sutura a punti staccati.
Fig. 13 Osteotomia osteoplastica con strumento ruotante (quindi a mano)
Fig. 12 Gengivectomia linguale. Successivamente si eseguirà un lembo vestibolare mucoperiosteo
Fig. 15 Lembo riposizionato apicalmente e suturato a punti staccati
Fig. 14 Incisione verticale