CONTRIBUTO DALLA LIBERA PROFESSIONE
Pubblicato nel Marzo 1987
Lembo riposizionato apicalmente con colla di fibrina per la terapia di una frattura coronale linguale estesa sotto gengiva e sotto il margine osseo (classe IV di Ingle) di un elemento dentale 4.7
GUSTAVO PETTI
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria - Parodontologo di Cagliari, P.zza Repubblica 4,
tel 070 498159
web site www.gustavopetti.it
Tutto in natura e "forma", "armonia", e forma ed armonia significano "funzione".
Le funzioni dell'organo "bocca" avvengono proprio perché i denti, la gengiva. l'osso di sostegno ecc., hanno "quella" forma. Se è vero poi che condizione assoluta per mantenere la salute di una bocca e l'igiene orale, e altrettanto vero che noi odontoiatri dobbiamo mettere il paziente in condizione di mantenere nel tempo questa igiene orale. Dobbiamo, quindi, con i nostri atti terapeutici creare un ambiente orale che il paziente possa mantenere pulito. Le nostre restaurazioni protesiche e conservative devono essere fatte, avendo come obiettivo la salute del parodonto, l'armonia delle forme, la morfologia normale dei denti e del loro tessuto di sostegno, e soprattutto il mantenimento, o la creazione se esso manca, del "sigillo" gengivale. Solo cosi i nostri interventi terapeutici avranno raggiunto lo scopo che noi ci siamo prefissi. Le figg. 1 e 1a mostrano la frattura della parte linguale dell'elemento dentale 4.7. L'esame della parete, una volta avulsa, mostra che la rima di frattura a becco di flauto ed interessa, se pure marginalmente, l'inizio della biforcazione della radice (fig. 2).

Riassunto

L'autore prende in esame un caso clinico di frattura della parete linguale di un secondo molare inferiore, che si estende sotto la cresta ossea. L'osservazione di questi casi fa spesso scoraggiare il dentista: per molti casi, però, non si deve disperare di recuperarli. Un semplice intervento di chirurgia ossea resettiva con riposizionamento apicale del lembo, stabilizzato con colla di fibrina umana, e sufficiente per esporre il margine fratturato e per procedere ad un razionale restauro dell'elemento dentale compromesso.


Summary

The author exams a clinical case of the fracture of the lingual wall of a second lower molar. The fracture extends itself under the bony crest. Such cases often discourage the dentist, however, many can be recovered. A simple bony resecting operation along with apical resetting of the flap, this one stabilized with human fibrin glue, is quite enough to expose the fracturated margin and thus to restore rationally the involved dental site.


Parole chiave: Lembo riposizionato apicalmente colla di fibrina umana

Fig. 1-1a
Frattura della parete linguale del 4.7.
Fig. 2 La rima di frattura e a becco di flauto e interessa leggermente l'inizio della biforcazione.

L'esame radiografico endorale (fig. 3), raffrontato anche con una Rx dello stesso dente sano, precedente alla frattura (fig. 3a), per superare il problema della radiopacita dell'amalgama, che avrebbe potuto mascherare la rima di frattura, mostra la posizione apicale alla cresta ossea della frattura stessa. La terapia deve realizzare diversi obiettivi. Per attuare una corretta restaurazione coronale, è indispensabile provocare un allungamento della corona clinica per far si che il bordo di chiusura del restauro protesico, venga a trovarsi coronalmente al nuovo solco gengivale (Petti 1985).
Fig. 3-3a Rx rispettivamente del dente fratturato e sano: la frattura e apicale alla cresta ossea.

Essendo la frattura in posizione apicale rispetto alla cresta ossea, si deve programmare una osteotomia-osteoplastica per esporre il margine duro sano del dente e avere lo spazio sufficiente per riposizionare apicalmente la gengiva. Si scolpisce pertanto un lembo linguale muco-periosteo e si procede all'abbassamento del livello osseo e alla rimodellazione della cresta ossea stessa (Petti 1986) (figg. 4, 4a-7)
Fig. 4-4a La frattura è abbondantemente sotto gengiva.
Date le notevolissime tensioni cui questa zona è sottoposta per azione in particolare del pavimento della bocca e per i movimenti della lingua, si decide di facilitare il posizionamento apicale e la stabilizzazione del lembo con colla di fibrina umana (Bartolucci e Pini Prato 1982), preparata con trombina alla concentrazione di 4 U.l./ml. e con Aprotinina diluita al 50% con acqua per preparazioni iniettabili F.U. per inibire l'attività anti-fibrinolitica della aprotinina ed ottenere cosi un riassorbimento più veloce della colla di fibrina (Petti 1987).
Non diluendo la Aprotinina, il riassorbimento della colla avverrebbe in circa tre settimane: troppo tempo!
A noi sono più che sufficienti dieci-dodici giorni. Con conseguente guarigione più veloce dei tessuti (figg. 8a-9a). Delimitati ed adeguatamente esposti i margini duri della parte sana del dente, dopo 40 giorni, è possibile una corretta rilevazione dell'impronta dell'elemento da restaurare (figg. 10 e 10a), per costruire una corona provvisoria nel pieno rispetto del sigillo gengivale (figg. 11 e 1-1 a), in attesa di avere una guarigione piena per procedere al restauro protesico definitivo.
Fig. 5-5a
Si scolpisce un lembo mucoperiosteo
Fig. 6-6a
Il margine osseo, esposto, è in posizione coronale rispetto alla rima di frattura.
Fig. 7
Dopo una osteotomia- osteoplastica, i tessuti duri sani del dente sono adeguatamente esposti.
Fig. 8-8a Dopo aver predisposto la sutura tradizionale con due punti staccati di sicurezza, non ancora annodati, si depositano due gocce di colla di fibrina umana.

Fig. 9a-9 Dopo leggera compressione del lembo per tre minuti, il lembo stesso e stabilizzato dalla colla in posizione apicale, col suo margine coronale a livello della nuova cresta ossea.
Fig. 10-10a A distanza di 40 giorni è possibile rilevare una corretta impronta.

Fig. 11-11a Costruire una corona provvisoria con chiusura coronale rispetto all'attacco epiteliale, nel pieno rispetto del sigillo".

BIBLIOGRAFIA

PETTI G.: "Restauro conservativo di un elemento dentale recuperato con intervento parodontale gengivale ed osseo", II Dentista Moderno, 7, 1340- 1343, 1985.

PETTI G.: "II trattamento dei difetti ossei nella chirurgia resettiva parodontale", II Dentista Moderno, 3, 403-41 l, 1986.

PETTI G.: "L'uso della colla di fribrina umana in parodontologia", II Dentista Moderno, 7, 1987.

BARTOLUCCI E.G., PINI PRATO G.P.: "Preliminary observations on the use of a biologic sealing system (Tissucol) in Parodontal Surgery", J. of Pariod. vol. 53, 12, 1982.